Industria Felix premia Serveco. Un riconoscimento alla precisione e alla cura con cui facciamo il nostro lavoro

Industria Felix premia Serveco. Un riconoscimento alla precisione e alla cura con cui facciamo il nostro lavoro
13 Giugno 2018 Redazione

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Industria Felix premia Serveco.
Un riconoscimento alla precisione e alla cura con cui facciamo il nostro lavoro  

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone in piedi, cielo e spazio all'aperto

Serveco è stata riconosciuta come miglior impresa ambientale in Puglia durante la quarta edizione del premio Industria Felix, che si è tenuta il 9 giugno a da Acaya (Lecce). Il premio, che si basa sul lavoro di ricerca del giornalista Michele Montemurro, in collaborazione con il centro studi di Cerved, premia le imprese che dimostrano di avere un bilancio solido, scelte tra le oltre diecimila aziende pugliesi con fatturato al di sopra del mezzo milione di euro. Il premio vanta partnership con la Regione Puglia e Puglia Sviluppo e i patrocini dell’Università Guido Carli, degli Atenei statali  pugliesi e di Confindustria Puglia.

L’attenzione al dettaglio, anche dei conti, per la nostra azienda è strategico. Far tornare i conti a fine mese, a fine giornata, alla fine del trimestre, è determinante per evitare di sprecare risorse, per essere sostenibili anche dal punto di vista economico. Significa non sprecare i soldi dei Comuni, delle aziende, dei cittadini.

Ne avevamo già parlato in tempi non sospetti nel libro sulla storia dell’azienda “Uno più uno fa tre”, proprio nell’introduzione, di cui pubblichiamo uno stralcio:

[…]L’amministratore della Serveco era stato selezionato per far parte della giuria di un importante concorso pugliese  sulle start-up. Uno dei criteri di giudizio, secondo lui, è il business plan, quel documento aziendale che segna i passi da compiere per raggiungere un obiettivo, due colonne di excel di cui alla fine si fa la somma o la differenza: dare o avere. I partecipanti al concorso dovevano presentare quello relativo alla loro idea imprenditoriale, ma alcuni forse l’hanno sottovalutato:  -Non è altro che un ragionamento che si deve seguire: darsi delle domande e trovare risposte. All’ultimo si mettono i numeri, però alla fine bisogna pure metterli. Facciamo il caso che si decida di produrre penne a sfera. Si inizia con un’analisi di mercato: ci sono altri fornitori che producono questa penna? Quanti ce ne sono? Dove sono collocati? La mia penna come si differenzia da questi fornitori? Quali sono i miei punti di forza? E quali quelli deboli?. Ok, ho fatto l’analisi, e c’è la possibilità di produrre. Ora servono i macchinari, un capannone magari, organizzare la produzione, se interna o esterna. E quindi porsi delle domande: quanto costa il macchinario? Quanto spazio mi serve? Ogni domanda corrisponde a numeri. Se il macchinario che mi serve costa centomila euro, forse non posso permettermelo, e quindi ne devo trovare un altro che costa di meno. Se non lo trovo, vuol dire che devo inventarmelo. Quindi devo trovare un fornitore a cui devo chiedere di adattare il macchinario. E questo significa altri costi. Il capannone, poi, devo comprarlo o affittarlo. E quante persone? E con quali caratteristiche? E dopo aver prodotto la penna come la commercializzo? Sono tutte domande che diventano numeri che alla fine danno un risultato.

Il libro può essere scaricato gratuitamente qui oppure potete richiedere una copia mandando una mail a ufficiostampa@consorzioquadrifoglio.it

 

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